N° 44

 

PROGETTO RINASCITA

 

(PARTE PRIMA)

 

 

SPIRITO LIBERO

 

 

Di Carlo Monni (Con tanti ringraziamenti a  Tobia Brunello)

 

 

PROLOGO

 

 

Quand’è stato che il sogno si è tramutato in un incubo, Cathy? Quand’è stato che le speranze si sono infrante, gli ideali spezzati? Quand’è stato che l’America ti ha tradito, e la bandiera si è macchiata di sangue? Da quanto sei in fuga? Non lo sai, non lo ricordi, non vuoi ricordarlo, non vuoi pensare a nulla. Ogni volta che pensi a qualcosa, pensi a Jack. Sono qui vicino, Cathy, ti stanno raggiungendo! Devi continuare a scappare, non hai scelta.

Bambini… bambini che cercano di stringerti, di afferrarti, di trascinarti in un pozzo oscuro, un turbinio di pianti, sangue, grida, troppo da sopportare

Corri Cathy Webster: loro non devono prenderti, devi rimanere libera, Ce la farai, sei stata addestrata dal migliore e non ti arrenderai mai. Dopotutto tu non sei una ragazza qualunque: sei Spirito Libero.

 

 

1.

 

 

            Cathy Webster si sveglia tutta sudata. Era parecchio tempo che non pensava più a quella vecchia storia. Ancora oggi la sua memoria ha un blocco su cosa le è successo tempo fa. Per quanto ci abbia provato, non riesce a ricordare. Sa di essere stata rapita, che le hanno fatto il lavaggio del cervello e che è riuscita a rompere il condizionamento e fuggire, ma quanto a chi l’ha rapita e perché, buio completo. Una cosa, però, la ricorda: c’era anche Jack Flag con lei e non era il solo. Qualcuno ha rapito altri superumani ed ha fatto loro il lavaggio del cervello per usarli… già, per usarli come? Kathy ha accantonato quei pensieri, ma adesso è venuto il momento di trovare una risposta.

            Dopo la tradizionale sessione di allenamenti ed una corroborante doccia, Cathy indossa il costume di Spirito Libero ed esce dal suo appartamento senza farsi vedere da anima viva. Ha bisogno di aiuto e sa dove andarlo a cercare.

 

            L’uomo riprende lentamente conoscenza. Gli ci vuole un po’ di tempo per comprendere dove si trova: è un ospedale. Al solo pensare quella parola sente un brivido, ma non riesce a spiegarsi il perché. Il ricordo di luci e suoni gli danza nel cervello per poi scomparire.

-Bentornato tra noi Gallows.- la voce è quella di un uomo dal pesante accento texano. L’uomo sul letto sbatte gli occhi. Lo conosce, il nome Tenente Braxton gli balza immediatamente alla mente. Lo conosce, ma perché? È ancora tutto confuso nella sua mente. Ha dormito, ma quanto?

            Luci stroboscopiche, ed una voce, ma non capisce cosa dice:

-Sono in Texas?- chiede.

-No.- risponde un dottore a fianco del letto –Siamo a New York.

-Che mi è successo?- chiede l’uomo.

-Speravamo fossi tu a dircelo.- interviene il Texano –Ti hanno ripescato dall’Hudson River un paio di giorni fa. Indossavi un vestito scuro e non avevi documenti. Dalle impronte digitali ti hanno identificato rapidamente, come ex poliziotto, per tua fortuna erano state registrate.-

            Ora comincia a ricordare: si chiama Bart Gallows, è stato un agente del Dipartimento di Polizia di Houston Texas finché si è dimesso perché frustrato da quella che riteneva l’incapacità delle regolari forze dell’ordine  di proteggere gli innocenti cittadini. È diventato un vigilante mascherato col nome di Americop e…

-Una volta che ti hanno identificato hanno chiamato me, dopotutto eri uno degli agenti del mio distretto.- continua il Tenente Braxton –Allora, cosa hai fatto dopo aver lasciato Houston? Come hai fatto a finire in quel fiume qui a New York?-

            Bart Gallows apre la bocca per rispondere e si arresta di colpo.

            Una porta si schianta all'improvviso. Due figure vestite di nero irrompono in una stanza. Uno scontro, un lampo di luce, per andare… dove?

-Io… non lo so.- risponde alla fine.

 

            In un luogo segreto un giovane con i capelli colorati in strisce bianche rosse  blu finisce di indossare un completo nero su cui spiccano una camicia immacolata ed una cravatta pure nera. Infila in una fondina ascellare una pistola dalla foggia strana e si copre gli occhi con un paio di occhiali da sole.

            Una voce che sembra venire da dovunque gli si rivolge:

<<Ci sono state falle nella sicurezza, Jack, tocca a te tappare queste falle. Tu non fallirai come quelli che ti hanno preceduto.>>

-Non fallirò.- risponde il ragazzo con voce priva di qualsiasi emozione.

 

 

2.

 

           

Las Vegas, Nevada, capitale del gioco d’azzardo e del divertimento in generale, dove si possono vincere o perdere intere fortune ai tavoli da gioco, sposarsi alla sera e divorziare il giorno dopo, dove la prostituzione è legale e dove perfino la criminalità organizzata tiene un basso profilo per non disturbare i turisti. Un posto dove è facile perdersi se non si vuole più essere ritrovati.

            In questa città, che alcuni paragonano ad una moderna Sodoma e Gomorra ed altri conoscono solo come location di una fortunata serie televisiva, si muove un uomo. Non un uomo comune, ovviamente, o non ci occuperemmo di lui.  Fisico scultoreo, muscoli guizzanti, non un semplice culturista, però, la sua figura per quanto massiccia è anche in qualche modo armoniosa, il suo sguardo è quello di un uomo a cui è pericoloso pestare i piedi e chi incrocia la sua strada si scansa istintivamente. È un uomo con una missione, ma anche gli uomini con una missione devono mangiare e questo l’ha portato ad accettare l’incarico di addetto alla sicurezza del Coliseum Casino dopo aver fatto una buona impressione sula proprietaria, minacciata da un gruppetto di sicari di un rivale. Non può lamentarsi: stipendio ottimo, un bel po’ di benefici collaterali e bei vestiti. L’ideale per tenere un basso profilo mentre aspetta di scovare il suo bersaglio.

            I due uomini che stanno venendo verso di lui non potrebbero essere più diversi tra loro: il primo ha i capelli biondi tagliati corti, occhiali rotondi, indossa un completo grigio ed un papillon ed ha l’aria da bravo ragazzo che si troverebbe più a suo agio in un coro Mormone che in un locale di Las Vegas; il secondo è più anziano, ha i capelli rossi e corti, gli occhi coperti da occhiali scuri e sembra decisamente più scafato. Entrambi hanno una cosa comune: è come se avessero la parola “Governo” tatuata in fronte.

-Lei è Sean Clinton McIntyre.- esordisce il biondo. Non è una domanda, ma un’affermazione che sgombra il campo da equivoci.

-Se anche lo fossi…- replica l’uomo chiamato McIntyre –L’ultima volta che ho controllato non era un reato chiamarsi così.-

-Ehm... mai detto che lo fosse, infatti. Mi chiamo Jasper Sitwell e sono il Direttore del F.B.S.A. Il mio… ehm... collega è l’agente speciale Henry Peter Gyrich.-

-Non mi sembra molto speciale… e cosa diavolo è l’F.B.S.A.?-

-Sta per Federal Bureau of Superhuman Affairs. Ci occupiamo di…-

-Di affari che riguardano i superumani, ci ero arrivato. Siete una specie di F.B.I. per gente con superpoteri, giusto?-

-Una specie, si.-

-Uhm, Jasper…- interviene quello chiamato Gyrich -... suggerirei di continuare il discorso in un luogo più riservato.-

-Troppo giusto.- commenta McIntyre –Seguitemi.

            Poco più tardi i tre si ritrovano in una saletta riservata.

-Sia chiaro, signori, che non vi starei ad ascoltare se Susan Berengetti, la proprietaria di questo posto, non mi avesse detto che un suo vecchio amico ha garantito per voi. A dire il vero ha garantito per Mr. Sitwell descrivendolo come un boy scout cresciutello. Ha avuto parole meno lusinghiere per Mr. Gyrich.-[1]

-Ci sono abituato.- è il lapidario commento di Gyrich mentre le sue labbra si muovono a formare quello che potrebbe sembrare un sorriso.

-Ora sareste tanto cortesi da dirmi cosa ci fate qui?-

-Ah... è molto semplice.- inizia Sitwell -… abbiamo una proposta per lei, Maggiore Libertà.-

            L’accenno al suo nome di battaglia non turba affatto McIntyre. E’ ovvio che quei due sanno benissimo chi è.

-Amico…- replica -... l’ultima volta che il Governo mi ha fatto un’offerta mi sono ritrovato in coma per più di sessant’anni… vero è che l’alternativa era peggiore. In ogni caso non sono molto impressionato, quindi risparmiatemi la solita solfa del dovere, del fare qualcosa per il mio paese e scemenze simili e venite subito al dunque.-

-Dritto al punto senza fronzoli, mi piace. - commenta Gyrich -Per dirla in poche parole: lei è uno dei pochi ad aver assunto il siero del supersoldato ed essere sopravvissuto.-

-Ma che fortuna eh?-

            Gyrich piega il labbro superiore in segno di disapprovazione e prosegue:

-Vorremmo capire perché è accaduto conducendo degli esami sulla sua fisiologia.-

-Cioè volete usarmi come cavia? Grazie no, ne ho avuto abbastanza. Apprezzo il fatto che tu sia venuto di persona, figliolo, ma non ci sto. E se pensate di usare la forza per convincermi, sarà meglio che ci ripensiate. Io so essere un osso molto duro.-

-Non è nostra intenzione costringerla.- interviene Sitwell –Il nostro è un programma strettamente volontario.-

-E perché mai dovrei accettare?-

-Come certo avrà capito, sappiamo molto di lei: Nel 1940 lei era un ex sergente degradato per indisciplina. Nel corso di un’esercitazione si rifiutò di obbedire ad un ordine ed uccise l’ufficiale che voleva imporglielo. Mentre attendeva di essere condotto davanti al plotone d’esecuzione, alcuni ufficiali che non gradivano la scelta di Steve Rogers come candidato le offrirono di sottoporsi al siero del supersoldato in cambio della cancellazione della condanna. Lei accettò, il siero ebbe effetto, ma lei cadde in coma. Fu… ehm... conservato in uno speciale contenitore per poi essere risvegliato dal Teschio Rosso. Di recente.-

-Grazie per avermi raccontato cose che so benissimo. Fa sempre così?-

-Di solito è anche peggio.- commenta Gyrich.-

-Ahem... stavo dicendo che se accetta di collaborare noi, le garantiamo l’uso delle risorse del Bureau ed un mandato ufficiale per dare la caccia all’A.I.M. cosa che, mi pare di capire, è il suo attuale obiettivo.-

            McIntyre riflette qual che attimo, poi risponde:

-Se ne può parlare.-

 

            La porta si apre e nella cella entra un uomo che veste una tuta verde ed indossa stivali militari. L’uomo dai capelli biondi alza gli occhi che incontrano quelli freddi e duri che brillano di una luce malvagia in orbite incavate in un volto che altro non è che un teschio rosso e l’uomo biondo sa che non è una maschera.

-Mi auguro che il suo soggiorno tra noi sia stato piacevole Herr Koenig.- dice con voce irridente il Teschio Rosso.

-Temo di non avere il tuo senso dell’umorismo Teschio Rosso. Mi stavo chiedendo perché non mi hai ancora ucciso.-

-Sarebbe stato troppo facile per un traditore del tuo stampo. Morirai al momento opportuno, non temere.-

-E quando arriverà questo momento?-

-Lo saprai presto e non ti piacerà.-

            E con queste parole il Teschio Rosso esce dalla cella lasciando la porta richiudersi dietro di se.

 

            Steve Rogers sospira. Quello che sta per fare lo preoccupa più che affrontare il Teschio Rosso, Modok e le orde dell’Hydra e dell’A.I.M. tutte insieme, ma sa di non avere scelta.

            Ci ha pensato molto a lungo dopo essere tornato dallo scontro con quel Teschio Rosso degli Anni 50[2] e la cosa si è rafforzata dopo la sua avventura in Russia, quando ha scoperto che il suo antico partner Bucky è ancora vivo.[3]

            Pensava che fosse la scelta migliore che tutti credessero che fosse morto nell’esplosione dell’eliveicolo rubato dal teschio Rosso[4] mentre lui si rifaceva una vita. Un’occasione irripetibile, ma ora deve fare i conti col suo passato e pagare il prezzo dovuto per questo. Suona il campanello ed attende, poi il grande portone si apre e lui si trova di fronte il maggiordomo.

-Buongiorno Smithers. Ne è passato di tempo, vero? Sharon è in casa?-

-Chi è Smithers?-

            Sharon Carter arriva sulla soglia e si blocca di colpo.

 

 

3.

 

            Il rientro a New York è sempre piacevole, pensa Sam Wilson dopo una dura settimana di lavoro al Senato di Stato ad Albany. Ogni volta che si chiede perché ha accettato di farsi candidare al posto di Senatore per il distretto di Harlem pensa ai risultati che ha ottenuto ed anche se il cammino è lungo, sa che sta davvero combinando qualcosa. Forse l’idea di andare al Congresso, a Washington, non è così campata in aria dopotutto.

            Sam scende nella metropolitana e qui lo aspetta una bella sorpresa.

-Sam, che piacere vederti.- gli dice una donna di colore decisamente molto attraente.

-Claire! Che ci fai qui?-

-Quello chi ci fai tu, immagino: sto andando a Harlem. Hai dimenticato il mio ambulatorio gratuito?-

            Incontrare la dottoressa Claire Temple è proprio quello che mi ci vuole, pensa Sam e si augura di non star sorridendo come un idiota.

-Ti devo una cena.- Le dice –L’ultima non è andata proprio come speravo.-

-Non è certo stata colpa tua se ci siamo trovati nel bel mezzo di un regolamento di conti della malavita, Sam.- ribatte Claire –Comunque, se vuoi riprovarci, io sabato sera sono libera.-

            Perfetto, pensa Sam e dallo sguardo divertito di Claire ha la certezza di stare sorridendo come un deficiente.

 

            La vita è davvero strana e tu, Jeff Mace, ne dovresti ormai essere convinto. È stato un periodo impegnativo per te: dopo aver aiutato Dallas Riordan a scagionarsi non hai nemmeno avuto il tempo di riposarti a dovere, con la crisi del Portale[5] e le altre avventure coi Vendicatori, per tacere del lavoro di giornalista. Condurre una doppia vita, te ne rendi conto, è davvero impegnativo.

            Ti alzi dal letto lanciando un’ultima occhiata a Joy Mercado, che sta dormendo al tuo fianco. Quella ragazza deve avere un debole per gli imbranati, visto che ti ha portato letteralmente a casa sua dopo che eravate usciti dalla redazione di Now e dopo non ti ha dato molto tempo per dormire, per così dire. Ti getti sotto la doccia cercando di schiarirti le idee. Che tipo di legame ti unisce davvero alla giornalista di origine portoricana? Certo, state bene insieme, ma ti basta? Forse a lei si. Forse non vuole legami stabili.

-Mi fai posto?-

            Joy è entrata sotto la doccia ed almeno per un po’ accantoni ogni altro pensiero.

 

            Per un istante che sembra lunghissimo Sharon Carter trema, poi la sua mano si muove velocissima per vibrare uno schiaffo all’uomo di fronte a lei.

-Bastardo.- sibila.

            Steve Rogers prova ad abbozzare un sorriso.

-Vedo con piacere che non hai dubbi che io sia davvero chi sembro… e, si: lo sono davvero.-

-Sei stato un vero bastardo.- ripete lei –Ho davvero creduto che fossi morto. Hai idea di come mi sia sentita?-

-Penso di si. Potrei dirti che mi era sembrata una buona idea tagliare tutti i ponti col passato. Oppure potrei ricordarti che anche tu ti sei fatta credere morta per anni.-

-Lascia stare quella vecchia storia. Quanti sapevano che eri ancora vivo?-

-Pochissime persone: Nick, Dum Dum, Sam, Scarlet ed il ragazzo che ha preso il mio posto naturalmente.- mentre parla Steve entra nella casa –Non volevo far soffrire nessuno. Ho colto un’opportunità di scomparire e di ricominciare.-

-Nella tua tomba c’è quell’altro, vero? Il Cap degli anni '50. Che beffa. Che belle risate ti devi esser fatto.-

-Ti sbagli. Io… quando ho sentito di Peggy ho capito che non potevo tenertelo più nascosto.-

-Beh Io…-

            Sharon non finisce la frase, nella stanza entra correndo una bambina di 4 o 5 anni, che grida:

-Mamma, mamma!- poi, nel vedere Steve si ferma e chiede –Chi è questo signore?-

            E l’espressione sul volto di Steve fa capire a Sharon che non è la sola domanda  a cui dovrà rispondere. 

 

 

4.

 

Un’altra mattinata di lavoro sta giungendo al termine e ti avvicini alla colonnina dell’acqua, deciso a concederti una pausa e sei così immerso nei tuoi pensieri che quasi non ti accorgi della ragazza contro cui per poco non vai a sbattere.

-Mi scusi.- borbotti imbarazzato.

-Di nulla.- risponde la ragazza sorridendo. Capelli scuri, slanciata, capelli scuri ed occhi azzurri deve avere a malapena 18 anni –Lei è Jeff Mace, vero?-

-Si… tu devi essere la nuova stagista. Charlie Snow ti ha presentata, ma confesso di…-

-Cynthia Smith. È un piacere averla incontrata.-

            Giovane e carina ed ha qualcosa di inquietantemente familiare, anche se sei sicuro di non averla mai incontrata prima che arrivasse in redazione. Forse sei solo turbato per quello che hai saputo mentre venivi qui.

-Hai fatto conquiste, Jeff?- ti chiede Joy.

-Non dire sciocchezze, Joy, è appena una ragazzina.-

-Disse quello che ha appena smesso i pantaloni corti.-

            Vorresti trovare una risposta sarcastica, ma non ti viene in mente niente. In quel momento senti ronzare la tua communicard dei Vendicatori e ti affretti a sparire verso un angolo riparato. Una convocazione per un meeting dei Vendicatori, pare che in redazione dovranno fare a meno di te prima del previsto. Ma prima di andartene c’è ancora una cosa che devi fare: forse ci ha già pensato l’F.B.S.A. ma è meglio non correre rischi. Tuo malgrado sorridi mentre ti infili la maschera di Capitan America e componi sulla communicard il codice di U.S.Agent.

 

            Bart Gallows scende dal letto e prova a fare qualche incerto passo sulle gambe. Tutto bene, non c’è nulla che non vada nel suo fisico, è decisamente a posto… a parte il fatto che c’è quasi un anno della sua vita di cui non ricorda assolutamente nulla e quando ci prova è come se sbattesse contro un muro. Droghe, lavaggio del cervello. Qualcuno gli ha fatto qualcosa di brutto, ne è sicuro. Gli ci dovesse volere un’eternità, scoprirà chi è stato e gliela farà pagare.

-Lieto di vederti in piedi.-

            Nella stanza è appena entrato il suo ex superiore, il tenente Braxton.

-Ti ho portato dei vestiti. Quelli che indossavi quando ti hanno ripescato sono stati sequestrati.-

-Sequestrati? E da chi?-

-Non saprei. Una qualche agenzia federale. Quella gente si trincera sempre dietro le paroline magiche “Sicurezza nazionale” e non ti dicono mai niente.-

            I Federali? Sicurezza Nazionale? Che abbiano a che fare coi suoi vuoti di memoria? Deve scoprirlo a tutti i costi.

            Dopo essersi sottoposto a tutte le formalità di rito, finalmente Bart può lasciare l’ospedale accompagnato da Braxton.

-Torni in Texas con me?- chiede il poliziotto.

-Non ne sono sicuro io…-

            Prima di poter finire la frase Bart si blocca. Qualcosa di luminoso l’ha distratto, qualcosa come…

-Attento!- urla spingendo Braxton a terra.

            Qualcosa sfrigola sopra le loro teste e quando si rialzano sulla parete alle loro spalle c’è un buco grande quanto una moneta.

-Direi che qualcuno ti vuole morto, Bart.- commenta il tenente.

            Questo è certo, pensa Bart, ma perché? Se vuole restare vivo, deve scoprirlo al più presto possibile, ne è certo.

 

            Elizabeth Mary Mace sta studiando gli incartamenti di un processo nel suo ufficio al J.A.G.[6] della Marina quando il suo cellulare squilla. È il numero di suo fratello.

<<Possiamo trovarci al mausoleo di Lincoln tra due ore, in costume?>>

-Certamente.- risponde Liz –Che sta succedendo?-

<<Ti spiegherò quando ci vedremo.>>

            Curioso, non è da suo fratello essere così misterioso.

-Problemi?- le chiede il suo dirimpettaio di scrivania: il tenente di Marina Martin Luther King Mitchell.

-Nulla di serio. Solo mio fratello che aveva bisogno di un consiglio.

            Ma qual è il problema da risolvere perché ci sia bisogno di American Dream?

 

 

5.

 

 

            Quando arriva al Palazzo dei Vendicatori Spirito Libero si ritrova davanti ad un bel po’ di uomini che lavorano mentre tre uomini con il casco da cantiere stanno chiacchierando: uno è un uomo robusto dai capelli scuri ed il naso rincagnato, il secondo ha i capelli bianchi ed il terzo ha i capelli biondi e gli occhiali e si appoggia ad un bastone.

-Complimenti Lennie.- sta dicendo l’uomo col naso rotto –Avete svolto il lavoro a tempo di record.-

-Beh, modestamente sappiamo fare il nostro lavoro, Happy, ma dovresti ringraziare anche il nostro architetto, che ha steso il progetto a tempo di record.- risponde quello dai capelli bianchi, uno che assomiglia ad un attore che deve aver visto in qualche film di gangster… o era di guerra?-

-Beh... ho solo aggiornato un mio vecchio progetto e sono stato ben contento di rimettermi al tavolo da disegno dopo così tanto tempo.- replica quello biondo.-

-Scusate.- li interrompe Spirito Libero –Sto cercando Capitan America.-

            I tre uomini la squadrano per bene, poi quello dall’aria da pugile risponde:

-Non ho idea di dove sia miss e comunque lo sta cercando nel posto sbagliato.-

-Lei è Spirito Libero, giusto?- I Vendicatori si trovano alla Stark Tower finché le riparazioni non saranno finite.- aggiunge il biondo.

            Cathy Webster si batte la fronte con la mano esclamando:

-È vero! Me n’ero completamente dimenticata. Sono stata fuori dal giro per troppo tempo. Vado subito lì, grazie.-

            Mentre si allontana, i tre commentano.

-Però… Capitan America ha delle amiche interessanti.- dice quello col naso da pugile.

-Già,. Aggiunge quello dai capelli bianchi –Porta una tutina davvero attillata. Avete notato che…-

-Signori, un po’ di contegno.- li redarguisce l’architetto con un sorrisetto.

 

            Se potesse vedere il suo volto in questo momento Steve Rogers si sentirebbe molto stupido, ma non può farci niente.

-Chi… chi è lei?- chiede indicando la bambina ora in braccio a Sharon. Per la prima volta da anni sente un nodo alla gola mentre parla. È un’impressione oppure anche nella voce di Sharon coglie una nota di imbarazzo quando gli risponde?

 -È… è mia figlia. Si chiama Shannon.-

-Ciao Shannon, io sono Steve. Quanti anni hai?.-

            La bambina rimane silenziosa ma solleva la manina aperta.

-Oh, ma guarda.- Steve si rivolge a Sharon –Allora è nata meno di un anno dopo la tua scomparsa, quando con la complicità di Nick Fury avevi fatto credere a tutti che eri morta.-

-Già, il vecchio Nick è uno specialista in questo genere di cose non è vero, Rogers?-

            Sharon ci mette il suo meglio per dare a quel cognome il tono più gelido possibile. Steve sceglie di ignorarlo e continua a chiedere:

-Chi è suo padre?-

-Non sono affari tuoi.-

-Non ne sono affatto convinto. Se… se è stata concepita prima che tu sparissi allora…-

-Allora cosa? Cosa ti fa pensare di avere il diritto di impicciartene? Quando credevi che fossi morta non ci hai messo molto a trovarti un’altra ragazza o sbaglio?-

-Non ci casco, Sharon. Non può essere solo una questione di gelosia. Non hai detto a nessuno di avere una figlia,-

-Nick lo sapeva.-

-Nick sa sempre un sacco di cose e le tiene tutte segrete.-

-Sono stata io a chiederglielo. Tu non hai idea di quello che mi è capitato. Di quello che ho fatto per proteggerla da quando è nata. Di come sia stato difficile farla entrare negli Stati Uniti. Non ce l’avrei fatta senza l’aiuto di Fury. Non sai quanto mi sia costato separarmi da lei mentre io rimanevo in Oriente e starle lontana per anni. Quando sono tornata era ormai con dei genitori affidatari, dei miei cugini di Chicago, ho pensato che fosse inutile disseppellire certe cose. Poi i genitori affidatari sono morti in un incidente stradale e lei ha rischiato di morire. Allora ho deciso di prendermene cura e sono tornata a vivere stabilmente qui. Tu a quell’epoca eri già ufficialmente morto.-

-Capisco.-

-E dall’alto della tua bontà sei disposto a perdonarmi, immagino. Sei sempre così disgustosamente per bene.-

-Non… non ne sono sicuro. Devo pensarci.-

            Steve abbassa lo sguardo verso la bambina che sta giocando seduta sul pavimento.

-Posso… posso prenderla in braccio?-

-Fai pure.-

            Steve non se lo fa ripetere due volte.

 

            Quando arriva alla Stark Tower, Spirito Libero è quasi sorpresa di non vedere congegni di sicurezza, poi si ricorda che questo è un normalissimo grattacielo adibito ad uffici ed alloggi e che i Vendicatori vi si sono sistemati solo provvisoriamente. Un po’ imbarazzata chiede al portiere di farla parlare con Capitan America. Il portiere la prega di mettersi davanti ad una telecamera.

            Senza che lei lo sappia, sofisticatissimi sensori entrano in azione e paragonano i dati appena acquisiti con quelli archiviati nei database dei Vendicatori, confermando la sua identità. Solo allora Cathy è ammessa in un ascensore che raggiunge direttamente il piano prescelto. All’uscita Spirito Libero si trova di fronte  a Capitan America e U.S.Agent.

-Spirito Libero, è un vero piacere rivederti.- esordisce Cap.

-Già… a me non capitava da quella faccenda col Teschio Rosso.-[7] dice U.S.Agent -Cosa vuoi? Ti avverto che abbiamo poco tempo.-

-Non dargli retta e raccontaci tutto. Non dirmi che Superia si è rifatta di nuovo viva.-

-Non… non si tratta di lei stavolta.-risponde Cathy –Sto cominciando finalmente a ricordare cosa è successo nel periodo in cui ero stata rapita. Sono ancora frammenti, ma di una cosa sono sicura: Jack Flag è in pericolo.-

            U.S.Agent sta per dire qualcosa, ma Cap lo blocca per dire:

-Andiamo, verrai con noi e poi ci occuperemo del tuo problema.

-Ehi sei impazzito? Qui c’è di mezzo, la sicurezza nazionale e…-

-Calmo Agent, Il Cap originale garantiva per lei. Pensi che si sia sbagliato?-

            U.S.Agent riflette per qualche secondo.

-No, non lo penso.- risponde infine. –Va bene. Portiamola con noi.-

            Spirito Libero fa un sospiro di sollievo.

 

 

6.

 

Il luogo dove sorge la capitale degli Stati Uniti è chiamato Distretto di Columbia ed è pressoché interamente occupato dalla città di Washington, ma un tempo non troppo lontano non era esattamente così: Georgetown, che oggi è un grande quartiere della capitale sulla riva nord del fiume Potomac, era una città autonoma. Qui hanno sede importanti istituzioni come la Georgetown University, una delle più rinomate della nazione, la grande Biblioteca di Dumbarton Oaks, dove nel 1945 fu firmato lo statuto originario delle Nazioni Unite. Non molto distante da quest’ultima sorge una palazzina di cinque piani in quello che alcuni buontemponi definiscono “stile neoclassico governativo”, in parole povere è la sede di un’agenzia federale e chiunque ci passasse davanti lo capirebbe anche senza leggere le targhe. L’agenzia in questione è molto recente e si chiama Federal Bureau of Superhuman Affairs, ma la fretta ed il gusto tutto governativo per gli acronimi hanno fatto sì che se ne parli semplicemente come F.B.S.A. Il compito di questa singolare agenzia è occuparsi, com’è ovvio, di tutto ciò che coinvolge coloro che sono dotati di superpoteri.

            Se l’interno dei cinque piani visibili assomiglia sostanzialmente a quello di qualsiasi altro palazzo governativo, con i suoi impiegati ed agenti indaffarati nel classico lavoro amministrativo o d’indagine e gli uffici dei dirigenti ai piani più alti, il vero cuore pulsante del F.B.S.A. è nei 10 livelli sotterranei ed è qui che incontriamo tre dei nostri protagonisti: il direttore Jasper Sitwell, Henry Peter Gyrich e Sean Clinton McIntyre, ora nel costume a stelle e strisce del Maggiore Libertà.

-Tour interessante.- sta dicendo quest’ultimo mentre tutti e tre percorrono un lungo corridoio –Ma non mi avete ancora detto cosa volete da me.-

-Un attimo di pazienza e saprete tutto.- risponde Jasper.

-O almeno quanto basta.- puntualizza Gyrich.

            Entrano in una stanza dove una parete è completamente trasparente e permette di guardare nell’altra stanza, arredata spartanamente. Il suo solo occupante è un uomo seduto le cui mani e piedi sono trattenuti da manette elettroniche. Il Maggiore Libertà lo guarda. Ha qualcosa di maledettamente familiare, pensa, ma non riesce a focalizzare perché.

-Chi è?- chiede.

-La risposta ad un enigma, speriamo.- è la sibillina risposta di Sitwell

            In quel momento nella saletta dove si trovano i tre entra un altro uomo, apparentemente tra i 50 e di 60 anni, con i capelli biondi abbondantemente spruzzati di grigio.

-Benvenuto Dottor Mace.- lo saluta Sitwell –Conosce già i presenti, se non sbaglio… tranne il Maggiore Libertà, credo.-

-Mi hanno parlato di lui.- è il commento di J. William Mace mentre stringe la mano guantata dell’uomo in costume –Bene, io sono pronto. Che aspettiamo?-

-Solo l’arrivo degli altri ospiti. Non dovrebbe mancare molto ormai.

            Il Maggiore Libertà è decisamente perplesso e spera che i suoi interrogativi avranno presto risposta, ma non ne è troppo sicuro.

 

            Il quartetto di personaggi in costume viene ammesso nel palazzo del F.B.S.A. senza troppe formalità, la tessera dei Vendicatori apre molte porte, per tacere del fatto che U.S.Agent è di casa in quel posto sia in quella veste che in quella dell’Agente Speciale Jack Daniels. Per American Dream è la prima volta in assoluto e pensa che è una fortuna per lei non soffrire di claustrofobia od in questi sotterranei si sentirebbe male presto.

            In breve raggiungono la saletta in cui già si trovano il Maggiore Libertà, Sitwell e Gyrich.

-Ma guarda chi si rivede.- esclama quest’ultimo.

            Esauriti i convenevoli di rito, Sitwell prende la parola.

-Benvenuti all’interrogatorio, signori e signore.-

            Ma che sta succedendo qui? Si chiede American Dream mentre riconosce i due uomini aldilà del vetro: suo padre e l’uomo che si fa chiamare Michael Rogers.

 

            Jack sa quello che deve fare e lo farà: porterà a termine la missione a qualsiasi costo.

Controlla la sua arma poi la rimette nella fondina ascellare e senza esitazione entra nella sede del F.B.S.A.

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE.

 

 

            Benvenuti ad un altro eccitante capitolo nella tumultuosa vita di Capitan America. E dopo quest’introduzione in puro stile Stan Lee anni 60, veniamo a dire qualche parola su questo capitolo sostanzialmente introduttivo.

1)    Molto tempo fa, quando questa fan fiction era ancora giovane, Sergio Calvaruso, alias Gambitt scrisse un ciclo di 6 numeri della serie antologica al femminile Lethal Honey, in cui Mystica si impadroniva di preziose informazioni su un progetto militare segreto. In seguito sviluppò la vicenda in Natural Born Mutants #1, primo capitolo di una miniserie che non fu mai completata, imperniata su una task force mutante dedita a quelle che in un certo gergo vengono definite “operazioni bagnate” per conto di una non meglio specificata agenzia governativa americana. Quasi contemporaneamente, nei primi numeri della serie New Warriors, Tobia Brunello introduceva una misteriosa struttura, a cui si accennava come “L’Ospedale”, che aveva rapito Jack Flag e Americop ed aveva fatto loro il lavaggio del cervello. Entrambi cominciarono ad andare in giro vestiti come i Men in Black dell’omonimo film o, se preferite, come i Blues Brothers, armati di misteriose armi a raggi per compiere missioni altrettanto misteriose. La stessa cosa fu tentata con Spirito Libero, che però riuscì a fuggire, anche se un blocco mentale le impedì di ricordare con precisione cosa le era successo. Anche questa trama finì abortita per defezione dell’autore. Era stato adombrato un legame tra le due trame, ma quale? Dopo tanto tempo il sottoscritto si è prefisso di risolvere il mistero. I mulini degli dei macinano lenti, ma macinano fino. -_^

2)    Se non sapete chi è Spirito Libero, peggio per voi. Io vi dirò solamente che è la versione femminile di Capitan America. La scienziata Deirdre Wentworrth, alias la supercriminale Superia, la sottopose ad un trattamento che aumentò tutte le sue facoltà fisiche, trasformando così la mite studentessa Cathy Webster in una sorta di donna perfetta (potremmo chiamarlo: il siero della supersoldatessa -_^). Avendo scoperto le cattive intenzioni di Superia, Cathy, nei panni della supereroina Spirito Libero vi si oppose ed in seguito si unì a Capitan America, diventandone la spalla. Tutto questo avvenne in Captain America #431 (In Italia su Capitan America & Thor #2) grazie a Mark Gruenwald & Dave Hoover.

3)    La stessa coppia di autori è responsabile per la creazione anche di Americop, ovvero Bart Gallows, su cui avete tutte le informazioni necessarie nella storia. Io mi limito solo ad aggiungere che quasi certamente Mark Gruenwald intendeva suggerire che fosse un antenato di Jake Gallows, il Punitore 2099.

4)    Su Jack Flag ne saprete di più nel prossimo numero, a proposito del quale…

Che è accaduto a Jack Flag? Perché i suoi rapitori vogliono morta Spirito Libero? Qual è il ruolo di Americop? Chi è la misteriosa Miss Dawn? Chi o cos’è il Controllo? Cosa sa di tutto questo l’ambiguo Mike Rogers? Le risposte cominciano col prossimo episodio.

 

 

Carlo



[1] Chi sarà mai questo amico? I più attenti di voi l’avranno già capito. -_^

[2] Negli ultimi episodi.

[3] Nella miniserie Steve Rogers: Super Soldier in corso di pubblicazione adesso.

[4] Nell’ormai lontano speciale Capitan America & U.S.Agent.

[5] Nella miniserie Crossover e racconti collegati.

[6] Judge Advocate General, l’organismo che fornisce giudici ed avvocati al sistema giudiziario militare.

[7] In questa stessa serie nei nn° 5/8.